Nonostante tutti gli antidepressivi che ingurgita, Massimo è sempre più a terra e ossessionato dal pensiero della Tizi, ormai irraggiungibile. Per tirarlo su, i vecchietti lo trascinano in un addio al celibato buffo e delirante organizzato dalla Loggia del Cinghiale, una banda di buontemponi di cui i quattro fanno parte. Peccato però che ci scappi il morto e tutti finiscano al commissariato. L’assassino non può che essere uno dei partecipanti alla festa, ma chi? La Fusco non vuole crederci ma più va avanti nella ricostruzione della serata più si rende conto che il maggior indiziato è proprio Massimo che, per colpa di un cocktail micidiale di alcol e antidepressivi, non ricorda più niente. Sarà solo grazie a intuizioni improvvise, racconti strampalati, battibecchi con Tiziana e tracolli d’autostima, che Massimo riuscirà a ripescare dalla memoria tutte le tessere del puzzle e a ricomporre la sua innocenza. Ma nulla potrà contro Tiziana, che con un colpo di scena finale gli servirà la peggiore delle vendette.